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Davide Ritorto

  • Immagine del redattore: Area Magazine
    Area Magazine
  • 7 mar
  • Tempo di lettura: 5 min

MBA | Innovation & Strategy Enthusiast @Lamborghini |

Startup Mentor | Open Road Ventures Newsletter




Intervista a cura di:

Filippo Corbacella,

Lorenzo Placido,

Antonio Origlia




Ho visto il suo profilo LinkedIn e ho notato che ha conseguito la laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Bari, per poi specializzarsi ulteriormente parallelamente alla carriera lavorativa. Cosa l'ha spinta a scegliere questo percorso?

 

Guardando il mio percorso, si nota una scelta meno convenzionale rispetto alla traiettoria accademica più comune. Durante la laurea triennale in Ingegneria Gestionale, ho svolto un tirocinio aziendale per la tesi, un’esperienza che mi ha permesso di avere un primo contatto concreto con il mondo del lavoro.

 

A 21 anni, una volta terminata la triennale, mi sono trovato davanti a una decisione importante: proseguire subito con la magistrale, come la maggior parte dei miei colleghi, oppure prendermi del tempo per capire quale direzione fosse più adatta a me. Ho scelto la seconda opzione, convinto che l’esperienza pratica mi avrebbe dato una prospettiva più chiara sulle mie aspirazioni professionali.

 

Il tirocinio in Marelli si è rivelato prezioso perché mi ha fornito competenze concrete che mi hanno poi distinto quando sono entrato in Lamborghini. Mi sono laureato a luglio 2018 e, pochi mesi dopo, a novembre, ero già in Lamborghini con uno stage di sei mesi, che si è poi trasformato in un contratto a tempo determinato e infine a tempo indeterminato.

 

Questa scelta ha cambiato il mio percorso: proprio mentre stavo valutando di iscrivermi alla magistrale all’estero, mi è stata offerta la possibilità di rimanere in Lamborghini. Ho deciso di coglierla perché sentivo di essere in un ambiente stimolante, dove stavo imparando molto. Ho comunque provato a conciliare il lavoro con la magistrale in Ingegneria Gestionale all’Università di Bologna, ma con un impiego full-time ho presto realizzato che non era sostenibile.

 

Dopo tre anni di esperienza lavorativa e con un budget da investire sulla mia formazione, ho scelto di iscrivermi a un International MBA, che ho ritenuto più adatto ai miei obiettivi di crescita professionale, soprattutto per il mio interesse verso l’innovazione e la strategia aziendale.

 

Questa esperienza mi ha insegnato che non esiste un unico percorso giusto: è fondamentale saper riconoscere le opportunità, adattare il proprio cammino e trovare il giusto equilibrio tra formazione ed esperienza pratica per costruire un profilo competitivo.

 

A proposito di MBA, dal suo profilo LinkedIn abbiamo visto che ha frequentato un Master in Business Administration con diverse esperienze di exchange. Può parlarmene?

 

Ho frequentato un International MBA part-time presso il POLIMI GSoM, un percorso di 18 mesi che ho portato avanti senza interrompere il lavoro. Il programma prevedeva diverse esperienze di exchange in business school internazionali a scelta, e ho deciso di concentrarmi su temi chiave per la mia crescita professionale:

 

·       St. Gallen per Business Model Innovation con il prof. Oliver Gassmann,

·       UCL a Londra per Corporate Finance,

·       EADA a Barcellona per Economics e Leadership,

·       Audencia a Nantes per Entrepreneurship.

 

Questo approccio mi ha permesso di rafforzare la mia preparazione con un taglio pratico, testando subito le competenze acquisite nel contesto lavorativo. Ho trovato particolarmente efficace questa modalità perché ho potuto applicare concretamente ciò che apprendevo nei corsi, arricchendo sia la mia esperienza formativa che il mio contributo in azienda. Questo è stato possibile grazie alla mia intraprendenza, ma anche perché in Lamborghini ho trovato un ambiente che mi ha dato lo spazio per sperimentare e crescere professionalmente.

 

Cosa cambia realmente passando dall'università al mondo del lavoro? Quali sono state le sfide principali per lei?

 

Il passaggio dall’università al mondo del lavoro varia molto in base all’azienda e al ruolo, ma in generale richiede un cambio di mentalità. Bisogna adattarsi a processi che spesso differiscono dalla teoria appresa in università: i modelli teorici non vengono sempre applicati rigidamente e ogni settore ha dinamiche proprie che influenzano il modo in cui le decisioni vengono prese.

 

Un aspetto spesso sottovalutato è la dimensione politica dell’azienda. Oltre alle competenze tecniche, è fondamentale sapersi muovere all’interno dell’organizzazione, costruire le giuste relazioni e ottenere visibilità. Non basta saper fare, ma bisogna anche saperlo dimostrare. Ho visto persone estremamente competenti restare in ombra semplicemente perché non hanno avuto l’occasione di farsi notare dai decision maker.

 

In questo contesto, avere un buon capo può fare la differenza: un leader che valorizza il talento e crea opportunità di crescita può accelerare enormemente il percorso professionale di una persona.

 

Quanto sono importanti le soft skills rispetto alle hard skills?

 

Le hard skills sono fondamentali per entrare nel mondo del lavoro, ma con il tempo tendono a diventare una commodity, soprattutto con l’avvento dell’intelligenza artificiale. I tool e le competenze tecniche evolvono rapidamente, e ciò che oggi è un'abilità distintiva potrebbe diventare obsoleto in pochi anni.

 

Per questo motivo, le soft skills assumono un ruolo sempre più centrale. Adattabilità, capacità di comunicazione e gestione degli stakeholder sono qualità essenziali per navigare contesti complessi e lavorare efficacemente in team. Le aziende non cercano solo competenze tecniche, ma professionisti in grado di comprendere le dinamiche organizzative, influenzare le decisioni e collaborare in modo trasversale.

 

In un mercato del lavoro in continua evoluzione, la vera differenza la fanno le persone capaci di imparare velocemente, costruire relazioni e gestire l’incertezza.

 

Quali esperienze extra-accademiche hanno avuto maggiore impatto sulla sua carriera?

 

Guardando indietro, avrei sfruttato ancora di più le opportunità offerte dall’università, come gli scambi Erasmus e i progetti con aziende, che oggi so essere molto più diffusi di quanto pensassi all’epoca. Queste esperienze aiutano a sviluppare un mindset più internazionale e a entrare in contatto con realtà aziendali fin da subito.

 

Al di fuori del percorso accademico, le esperienze extracurriculari hanno avuto un impatto significativo sulla mia crescita. Iniziative come startup, mentoring e networking mi hanno permesso di sviluppare competenze che vanno oltre il lato tecnico. Ad esempio, la newsletter e il podcast che ho creato recentemente non solo mi aiutano a rimanere aggiornato, ma mi danno anche l’opportunità di connettermi con professionisti e innovatori di settori diversi.

 

La rete di contatti è un aspetto cruciale della carriera: non basta costruirla all’interno dell’azienda, ma è altrettanto importante coltivarla all’esterno. Spesso le opportunità più interessanti nascono proprio dalle persone che si incontrano lungo il percorso.

 

Ci racconta un momento particolarmente gratificante della sua carriera?

 

Non c’è un unico momento che definirei il più gratificante, ma piuttosto una serie di esperienze che, nel loro insieme, hanno segnato il mio percorso. Ogni volta che vedo concretizzarsi un progetto su cui ho lavorato con impegno, o quando riesco a creare un impatto tangibile, sento di aver fatto un passo avanti.

 

Ad esempio, presentare la nuova strategia Aftersales a tutti i dealer Lamborghini nel mondo è stato un momento particolarmente significativo. Non solo per la portata degli eventi, ma perché rappresentava il culmine di mesi di lavoro e collaborazione con diversi team. Vedere le mie idee prendere forma e contribuire concretamente all’evoluzione dell’azienda è una soddisfazione impagabile.

 

Allo stesso modo, esperienze come tenere un workshop per startup, lanciare la mia newsletter o intervistare esperti nel mio podcast mi hanno dato la possibilità di condividere conoscenze, confrontarmi con persone di talento e ampliare la mia prospettiva.

 

Alla fine, ciò che trovo più gratificante è il processo continuo di crescita: ogni nuova sfida rappresenta un'opportunità per imparare, migliorare e lasciare un impatto, che sia all’interno dell’azienda, nella community dell’innovazione o nel mio network professionale..

 

Domande a risposta secca:

• Laurea magistrale o MBA? MBA.

• Italia o estero per una carriera corporate? Estero.

• Meglio specializzarsi o avere competenze generaliste? Generalista.

Un libro consigliato? "Generalisti" di David Epstein, "The Business Model Navigator" di Oliver Gassman , "The Innovator’s Dilemma" di Clayton Christensen e "Atomic Habits" di James Clear.


Davide Ritorto, MBA | Innovation & Strategy Enthusiast @Lamborghini | Startup Mentor | Open Road Ventures Newsletter


Redazione: Filippo Corbacella, Lorenzo Placido, Antonio Origlia


Impaginazione e Grafica: Alice Scarpellino



 
 
 

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