VIVERE O SOPRAVVIVERE?
- Area Magazine
- 31 gen
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 4 feb
MILANO E BOLOGNA E LA RINCORSA AGLI AFFITTI
STARTING FINANCE CLUB LIUC x STARTING FINANCE CLUB BOLOGNA
Articolo a cura di:
Simone Roffi,
Sefer Gjeci
Grafiche a cura di:
Lisa Bazzoni,
Chiara Celadon
Milano e Bologna, due delle città più vivaci e ambite d’Italia, si sono trasformate in veri e propri labirinti per chi cerca una casa in affitto. Negli ultimi anni, il rincaro degli affitti ha raggiunto livelli mai visti, spingendo i prezzi al limite del sostenibile e trasformando il sogno di vivere in una metropoli in un incubo per studenti, giovani lavoratori e famiglie. Il costo della vita è lievitato, e con esso i disagi: sempre più persone sono costrette a rinunciare a vivere vicino ai centri nevralgici della cultura e del lavoro, rassegnandosi a compromessi che mettono in crisi non solo il portafoglio, ma anche la qualità della vita. Dietro a queste città, simboli di innovazione e progresso, si nasconde un’emergenza abitativa che colpisce duramente le nuove generazioni, costrette a scegliere tra restare schiacciati dai costi o abbandonare il sogno di vivere in una grande città. Cosa ha portato a questa crisi? E quali sono le conseguenze per chi cerca di costruirsi un futuro in queste città? Tra dati impressionanti e testimonianze di chi vive sulla propria pelle il caro-affitti, esploreremo l’evoluzione di questo fenomeno e il suo impatto devastante sul tessuto sociale di Milano e Bologna.
Quando l'affitto diventa un privilegio
I due capoluoghi di regione sono oggetto di una delle più importanti crisi abitative della storia recente. Gli affitti sono diventati così alti da mettere in difficoltà studenti, giovani lavoratori e persino famiglie con redditi medi. A Milano, il costo d’affitto medio supera i 23 euro al metro quadro ed è la norma trovare bilocali con prezzi che non scendono sotto i 1200 euro, anche nelle aree periferiche della città. Bologna registra invece prezzi leggermente inferiori: si arriva a 900-1.000 euro per un bilocale in zone non propriamente centrali, con una media compresa tra i 16 e i 18 euro al metro quadro. È facile, quindi, rendersi conto che un semplice monolocale può costare già più di uno stipendio minimo. Tra l’altro, la differenza tra i prezzi nelle due città è analoga agli aumenti percentuali documentati negli ultimi anni. Tra il 2022 e il 2023 l’aumento è stato maggiore del 19% a Milano, mentre ha oscillato tra il 15% e il 18% a Bologna, ovviamente protraendosi in entrambi i luoghi anche nel 2024. Q
L’evoluzione del mercato: prima, durante e dopo il lockdown
Per comprendere questa crisi bisogna fare un passo indietro. Prima del 2020, Milano era già tra le città con gli affitti più alti, ma la crescita era relativamente graduale, intorno al 2-3% annuo; d’altra parte, Bologna godeva di prezzi più abbordabili e di un tasso crescita molto simile. Durante la pandemia, però, la domanda crollò drasticamente: gli studenti in DAD e i lavoratori in smart working abbandonarono le città, e i proprietari furono costretti a ridurre i canoni anche del 10-15%. Tuttavia, la ripresa post-covid ha portato a un nuovo impressionante aumento dei prezzi. Tutte le tipologie di abitazioni sono state colpite: dai monolocali con un’impennata del 5,6% annuo a Milano e del 3,2% a Bologna, fino ad arrivare ai trilocali, rispettivamente +4,2% e +2,7%. Questo generale incremento dei costi abitativi ha creato situazioni alquanto insostenibili per molti studenti e lavoratori, compresi quelli che, cercando rifugio in zone periferiche, non hanno fatto altro che trovare soluzioni proibitive.
Disagi quotidiani: spazi piccoli, prezzi enormi
Oltre ai costi elevati, i due mercati offrono sempre meno in termini di qualità. Gli appartamenti sono spesso piccoli, mal tenuti e privi di servizi essenziali. È comune trovare monolocali di 15 metri quadri a prezzi sbalorditivi (a volte addirittura superiori ai 1000 euro a Milano), oppure, appartamenti con riscaldamenti e arredi datati, in condomini al limite del fatiscente, affittati a prezzi del tutto sproporzionati. Nei due capoluoghi, che sono centri colmi di studenti universitari, si percepisce la mancanza di strutture ad hoc, come i collegi o i residence, a prezzi calmierati. Spesso, la scelta si riduce a vivere in condizioni precarie o lasciare le città. Questi prezzi e condizioni hanno senza dubbio anche un impatto sulla salute mentale e sul benessere degli inquilini, il cui sogno iniziale si trasforma in una commistione di sacrifici e disagi.
I driver dell’aumento degli affitti
La crescita incontrollata dei prezzi nelle due città è il risultato di diversi fattori:
Domanda in aumento: le antiche e prestigiose università, unite all’offerta culturale variegata e alle aspettative di lavoro e carriera, attraggono ogni anno migliaia di studenti e lavoratori, alimentando una domanda costante.
Affitti brevi: Molti proprietari preferiscono piattaforme come Airbnb, più redditizie ma che riducono nettamente l’offerta per gli affitti a lungo termine.
Prezzi di vendita elevati: Il costo medio di una casa supera tranquillamente i 5.700 euro al metro quadro a Milano e raggiunge i 3800 euro a Bologna, spingendo chi non può comprare a rivolgersi agli affitti. 4. Inflazione e caro-vita: L’aumento generale dei prezzi, dalle bollette alle manutenzioni, si riflette anche sui canoni di locazione.
Il futuro degli affitti: rischio “elitizzazione”?
Se la tendenza non si arresta, Milano e Bologna rischiano di trasformarsi in due città per pochi privilegiati che godono di redditi medio-alti, andando così ad escludere sia le famiglie, sia giovani in cerca di opportunità, spingendoli a cercare soluzioni abitative nelle zone periferiche, o persino fuori dal capoluogo.
Conclusione
L’emergenza affitti a Milano e Bologna non è solo una questione di numeri, ma un fenomeno complesso che rischia di compromettere la coesione sociale e il futuro stesso di queste due importanti realtà italiane. Se Milano, in quanto capitale economica, sembra aver imboccato da tempo la strada di una frenetica ascesa dei prezzi, Bologna, con la sua tradizione di apertura e cultura, si trova anch’essa in bilico tra inclusività e spinta verso la “gentrificazione”.Gli studenti, i giovani lavoratori e le famiglie a medio-basso reddito sono i più colpiti, costretti spesso a rinunciare a spazi decenti, a vivere in periferie mal collegate o addirittura a lasciare la città. Il rischio è di perdere la diversità e la ricchezza che nascono dal confronto e dalla presenza di comunità variegate. Come invertire questa tendenza? La risposta non è semplice, ma passa per un impegno condiviso tra istituzioni, proprietari e cittadini. Servono: • Politiche abitative incisive per calmierare i prezzi e favorire l’edilizia popolare. • Incentivi e regolamentazioni che rendano gli affitti a lungo termine più vantaggiosi di quelli brevi. • Investimenti in studentati pubblici o convenzionati, per arginare la crescita incontrollata di affitti per fuori sede. Solo attraverso una visione lungimirante e interventi concreti, Milano potrà tornare a essere una città accessibile e attraente per tutti, e Bologna potrà conservare la sua anima inclusiva e dinamica. La sfida è aperta, e il tempo per affrontarla è ora.
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